

Archiprix - tesi
con Chiara Latorre, Mariacristina Piglionico, Marco Veneziani, Massimo Veneziani
I caravanserragli offrivano ricovero ai viaggiatori di qualunque etnia, religione e lingua. Essi sorgevano sulle grandi vie carovaniere, in prossimità degli emporia ed erano edifici comunitari, di utilità pubblica, con strutture che si modificavano a seconda del materiale del luogo. Posizionati anche sulle grandi vie di pellegrinaggio, i caravanserragli non avevano solo al ruolo di elementi vitali per lo sviluppo commerciale, ma erano luoghi di incontro e scambio sociale e culturale. Gli “han” nascevano come “vaqf”, fondazioni pie sostenute da sultani, visir, donne e uomini ricchi ed influenti; essi facevano parte di un programma di propaganda politica e sociale, in quanto ostentazione del potere del benefattore. I caravanserragli erano, inoltre, utilizzati dai sultani e dai loro eserciti durante le campagne militari, al fine di non turbare quiete nei villaggi. Il caravanserraglio era un organismo complesso, che doveva permettere ai suoi ospiti di svolgere tutte le attività commerciali, sociali e religiose e non solo. Tutte le funzioni si svolgevano in ambienti disposti lungo il perimetro della corte: qui vi erano i dormitori, con i bagni e le latrine, la cucina, ambienti per funzioni commerciali e artigianali, come la farmacia, la calzoleria e la fucina. In alcuni caravanserragli, il piano più basso della corte era destinato agli animali, mentre una banchina rialzata offriva posto ai viaggiatori per pernottare (nei mesi più caldi) a debita distanza dallo sporco delle bestie e del terreno. La banchina, al di sotto delle arcate, poteva recare una fila di recipienti che fungevano da abbeveratoi per gli animali. Generalmente, al centro della corte vi era il mescit; tuttavia, in alcuni casi si può trovare una stanza comune di preghiera vicino l'ingresso, al piano inferiore o superiore, o ancora vi era un iwan orientato verso La Mecca sull'asse perpendicolare a quello del portale d'accesso. Talvolta, la terrazza sul tetto era utilizzata come luogo comune di preghiera; essa era generalmente utilizzata a scopo difensivo, per avvistare possibili pericoli in avvicinamento. Le funzioni amministrative avvenivano negli ambienti posti ai lati del vestibolo d'ingresso, ove vi erano nicchie per le guardie e un ambiente in cui risiedeva il custode del caravanserraglio. La etimologia del termine “caravanserraglio” rende molto chiara l’idea della natura difensiva di queste strutture. Nel periodo medievale, il viaggio era assolutamente necessario per lo scambio commerciale, i pellegrinaggi e la comunicazione. Tuttavia, il rischio di essere derubati, feriti o ridotti in schiavitù era concreto; per questo, i grandi gruppi di mercanti e viaggiatori, le carovane (kervan), necessitavano di protezione. Esse, inoltre, percorrevano tragitti lunghi al massimo 40 km, rendendo chiara la necessità di luoghi di ricovero. Di qui discende il termine caravanserraglio: kervan, carovana e serai (dal persiano) palazzo.





















